I
Breve barriera quella di via Barrili
La percorreva tutta senza soste
Un tram che sferragliando vi sbucava
Dai bei palazzi del corso Re Umberto
Battendo colpi sul pedale usciva
Subito per svoltare ed inforcava
Di Unione Sovietica il lungo corso
Verso Mirafiori ancora stridendo
Lasciava sferragliando via Barrili
Oltre i palazzotti gemelli a fronte
Di un prato incolto in abbandono che era
Di piccola chiesetta di San Giorgio
Lo spazio destinato ad oratorio
Coperto di neve erbacce ed arbusti
II
Taciturna dalle Alpi alle colline
Cadeva la notte su via Barrili
Un ultimo tram prima della svolta
Nel corso detto dell’Unione Sovietica
Taciturna ma con voci nel petto
Di un ragazzino prima di sognare
Voci di mare lontane e di barche
Incagliate su rotaie rugginose
Lunghe notti tra le Alpi e le colline
Rassegnata fra le sponde Torino
Le braccia conserte di Mirafiori
Non barche sospese ma autovetture
Traffico di stelle nel firmamento
Creano ingorghi corrivi agli abbracci
III
Da un solo palazzo di via Barrili
Veder si poteva entrare ed uscire
La gente in cortile ed il retroscena
Del palazzo di fronte con le scale
Per quattro piani ballatoi centrali
Una latrina a metà di ogni lato
Àndito stretto aperto sul cortile
Quattro famiglie su ogni ballatoio
Sui quattro piani dove l’acqua al quarto
Non sempre arrivava tenendo aperti
I rubinetti ai piani sottostanti
Si vedeva la gente andare a turni
In cortile ad inforcare un sellino
Quando ai turni si andava in bicicletta
IV
Anni a san Giorgio anni di via Barrili
Rotaia binaria ancora impressa dove
Da dieci lustri oramai non passo più
Ora mi scanso che mi investe l’ombra
L'ombra del tram che andava a Mirafiori
Mario e Nicola e Mauro e suo fratello
Non aprono il portone non salgono
Le scale i nomi non sono rimasti
Altri saranno e non sapranno dire
Come si perde la voce di colei
Quando andavamo a giocare lontano
Dove ieri siamo diventati vecchi e
Le vecchie portinerie sono chiuse
Non hanno spioncini da cui guardare
V
Era in gennaio quando con il gelo
Chiudevo stretta sul collo la sciarpa
Puntavo dalla via Barrili verso
L’alto baluardo delle Alpi innevato
Saliva agli occhi il vapore del fiato
Quel libro che portavo sempre in tasca
Non potevo stringerlo tra le dita
Annidate nei guanti di Torino
Quel libro che portavo sempre in tasca
Al bar alle feste sulle panchine
Dovunque quel libro lo rileggessi
Lo rileggevo ma senza capirlo
Niente che mi restasse nella mente
Neppure in gennaio chiuso il cappotto
VI
I binari del tram in via Barrili
Uni-diretti in vista Mirafiori
Volenti o nolenti costringevano
Fuori dalla signorile nativa
Fuori dalla zona Crocetta e dopo
Gettarsi dentro un popolo diverso
In quella direzione sono rimasti
Binari ma il tram da tempo non c’è più
Rotaie binarie di tram impresse
Sullo strato di cemento segnando
Una loro finale evoluzione
Di parallele affioranti a disegno
Infantile con matita a colori
Di uscire dal cerchio chiuso del sogno
VII
Ultimi anni ‘quaranta’ a via Barrili
La guerra avea lasciato dietro di se
tracce amare tra macerie e fossati
Cercavano nascondigli i giovani
Esploratori per campi e cantine
Dove poteva una bella ragazza
Mostrare le sue lunghe gambe magre
Per lo sguardo incantato degli amici
Imparavano a danzare e ad amare
Qualcuno era straniero in via Barrili
O forestiero delle due Sicilie
Portava un po’ di tropici del mondo
Preparandosi ad andare al Lingotto
In FIAT dopo il tramonto al terzo turno
VIII
Tra intrichi da binari e piazze d’armi
Troppo corta via Barrili a Torino
Chiusa tra i corsi Re Umberto e Turati
La percorrevo ignaro da ragazzo
Salgàri pari a Di Giacomo poeta
Per me da napoletano a Torino
Sentimento di forza e di silenzio
Contro i corsari su un mare che c’era
così c'era Torino e la pianura
Sotto un arco di canti di sirene
Un oceano dal fondo mai riemerso
Le acque sotterranee di un altro oceano
Correnti nel calore del Vesuvio
Le due città una zattera fluttuante
IX
Tutto avvenne dopo che l’oceano
Via lasciando sulla grande pianura
Libero il corso del grande Eridano
A segnare trasversale barriera
Intercalati i poi tanti segmenti
Come a dire isole di zone e valli
Emerse Torino con via Barrili
Con tutte le sue salite Napoli
Dove nacqui e presto imparai a nuotare
Gradini grondanti in piani inclinati
Niente del defluente mi tratteneva
Madre generosa con i suoi figli
Forse troppo timorosa li spinge
Via lontano da sé profughi al mondo
X
Via Barrili breve via di Torino
Su sponde di Spallanzani e Lepanto
Via Salvatore Farina la incrocia
Smessa la corazza delle rotaie
Sul portico della piccola chiesa
Vi sostavo quando eterno mi credevo
Pur se il tempo scorreva sopra e dentro
Di me che disertavo le funzioni
Amico del peccato ogni portone
Risalivo in casa e nella cucina
L’orologio rotondo coi numeri
Grandi e bianchi sugli altari smaltati
Mentivo comunicando che altrove
Era morto qualcuno chissà dove
XI
Via Barrili a Torino tu mi dirai
Forse per un sentimento di allora
Troppo embrionale e tenuto nascosto
Come l’amore acerbo e mal riposto
Via Barrili dei marciapiedi caldi
Dei prati nelle ore crepuscolari
Nel piacere di restare a vedere
Ma senza capire e senza cantare
Via Barrili della Torino muta
Per tener impressi nella memoria
I binari le soglie dei portoni
Malizie delle compagne dei giochi
Vedendoli sorridere scontrosi
I compagni entusiasti d’essere lì
XII
Via Salvatore Farina sola via
Traversa a metà della via Barrili
Ne usciva di casa quella signora
Stretta la gonna sui fianchi e le calze
Di seta a render lucenti le gambe
Svettanti su tacchi alti contro il sole
Usciva di casa così elegante
Così diversa ai miei occhi di bambino
Guardava d’intorno e per un attimo
I suo occhi fissarono quelli miei
Li videro belli grandi bramosi
Per quale motivo era li sulla via
Non posso saperlo ma so che indugiò
A voltare i suoi occhi per non vedere.
XIII
Andare e venire da via Barrili
Dove e per dove unico e solo in terza
Liceo Vittorio Alfieri come in un film
Della Torino ultimi anni cinquanta
Trascorreva nel solco della ruota
La pellicola avvolta nelle mani
Di Giuliano Gliozzi e Costanzo Preve
Filosofi in fede di Gramsci e Marx
Bastava alla carrucola un sol giro
Per veder dai lunghi portici uscire
Volti ridenti e belli di ragazze
E tra le altre le compagne di classe
Quella e quell’altra ma soprattutte una
Quella che ci accompagnava all’osteria