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PER UN PRESIDENTE DEGLI AVVOCATI ASSASSINATO A TORINO IL 28 APRILE 1977





  PRIMA    PARTE                           I
Tornassero sui balconi i passeri

gazzette del mattino quotidiani

quando piena di sole su Torino

dalle stazioni era l’uscire in piazza

di avvocati e di rare avvocatesse
Tornassero frenetici e loquaci

felici dei loro abiti di festa

piene le borse dei testi classici

di Antolisei un volume e uno d’Allara

o costituzione repubblicana
Tornassero puntuali per le udienze

delle Corti tra le mura di Juvarra

chissà da dove la fuga di un gatto

dalla parte a ridosso dei vicoli

stretti tra torri palatine e brecce

delle mura antiche d’antica Roma
Tornassero non mi parrebbe vera

la vita da me vissuta forense

il vivere d’avvocato a Torino

quegli anni dal novecento sessanta

tra aule di tribunali a respirare

polvere di sfogliati scartafacci

            SECONDA    PARTE                           II
Tornassero come allora i passeri

sui balconi di quei giorni di sole

tra ringhiere tremanti per le luci

Il razzolare tra penne e le piume

attingeva la città linfa del Sud

finto il corruccio di Norberto Bobbio

sotto le maglie della grande industria

di un’altra vita visse tra i riflessi

i catarifrangenti su colonne

dei portici marmorei di via Roma

Non più gli urti di zoccoli su pietre

addio bella bergera addio pastori

dato altro nome alla Casa del Fascio

uscirono dal Palazzo Campana

dei pochi laureati ancora più pochi

pronti ad indossar toghe d’avvocati

nelle settecentesche aule di Juvarra
Toghe portate da giudici onesti

Peretti Griva e Galante Garrone

in uno procuratore e avvocato

adempienti il dovere di giustizia

pur se rifiutati dagli accusati

proclamatisi rossi brigatisti

assicurarono la correttezza

del giudizio in difesa dell’onore

di tutti e della città per la storia

     TERZA PARTE III
Tornassero – oh tornassero-  i balconi

storia di Torino città d’Italia

sotto la Mole si vedrà Carlo Marx

la classe operaia rotta e sconfitta

grondanti di pioggia i cornicioni
Si volse a rispondere il vecchio maestro
Chiamato il suo nome un’ultima volta“avvocato Croce” e lo sparo echeggiò

quell’androne al riparo dalla pioggia

Volarono stormi d’ombra sui tetti

e sul liberty dei palazzi il giorno

ventotto d’aprile del novecento

mille novecento settantasette
“Avvocato” il presidente avvocato

degli avvocati nella vecchia Torino

alpino fra gli alpini antifa

scistabenevolo pacifico calato

in sua retorica di civilistapro

nipote di Costantino Nigra
Sulle pietre e sull’asfalto della viadilaga

va lieve la primavera
Chiamato si voltò pensando un cliente

che della sua opera avesse bisogno